Quindici anni, vent'anni [A Sardinian Trip] (2009)

Simone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esito finale del laboratorio teatrale condotto da Juri Piroddi e Sergio Cadeddu

collaborazione e foto di scena: Silvia Cattoi

testi di Marcello Fois, Bachisio Bandinu, Grazia Cabras e altri
colonna sonora: Citizen Cope, Gloria Estefan, Shigeru Umebayashi

con gli allievi dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Leonardo da Vinci” di Lanusei: Valeria Asoni, Simone Cardia, Eleonora Lai, Cecilia Loddo Martina Giusti, Mara Serdino, Simone Solinas, Claudia Stochino, Marta Stochino

tutor: Marina Campagna, Rosina Loi e Fabiola Bottigliero


Dopo una serie di primi incontri dedicati ad esercizi e giochi teatrali propedeutici, volti a creare il gruppo e acquistare familiarità col linguaggio scenico, si è cominciato a lavorare su un testo rielaborato a partire dal romanzo “Nulla” di Marcello Fois. A questo spunto iniziale si sono aggiunti alcuni frammenti dello scrittore Bachisiu Bandinu e della giovanissima Grazia Cabras. Altri testi sono stati scritti direttamente dai ragazzi, sempre seguendo il filo rosso del disagio adolescenziale. Siamo partiti dal presupposto per cui la questione giovanile nel nostro Paese (ma non soltanto) è a dir poco drammatica: l’Italia è una nazione che uccide una giovane generazione dopo l’altra. Quanto spazio vitale rimane agibile per i giovani dopo che una gerontocrazia onnivora tende ad occupare tutto? La struttura creata ci ha permesso, dunque, di integrare elementi di approfondimento e di riflessione nel corpo vivo delle scene, nel tentativo di trasmettere a questo gruppo di giovani allievi una certa capacità di lettura critica del mondo, affinché il teatro sia al contempo momento di crescita (individuale e collettiva) e di conoscenza.
Questo canovaccio ci ha consentito di scrivere le scene in rapporto alle capacità e all’interesse dimostrato dagli allievi. Il lavoro condotto ha permesso ai ragazzi di superare le incertezze espressive dei primi incontri e, per alcuni, di raggiungere una sufficiente naturalezza e presenza scenica. Al contempo, ogni incontro pratico ha avuto momenti di approfondimento teorico, con continui rimandi alle più significative esperienze teatrali contemporanee e pregresse.

Frammento di Simone.
Io odio l’ipocrisia, le persone che fingono di essere qualcuno giusto per sentirsi integrate. Non ascolto un determinato genere di musica, non guardo un determinato genere di film, non indosso determinati abiti che mi facciano appartenere ad uno stile. Non ho una personalità ben definita… e non appartengo ad una determinata categoria.
(…)
Non sopporto di sentirmi continuamente dire che non ce la farò, che non devo scegliere la strada che mi piace ma quella che mi conviene. Ma come si può vivere un’intera esistenza facendo solo ed esclusivamente quello che ci conviene senza provare un minimo di soddisfazione nel farlo. Anche se sarà difficile io, dal mio canto, proverò a seguire la strada che più mi piace.

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(…) l’adolescenza, dove l’identità appena abbozzata non si gioca come nell’adulto tra ciò che si è e la paura di perdere ciò che si è, ma nel divario ben più drammatico tra il non sapere chi si è e la paura di non riuscire a essere ciò che si sogna.
U. Galimberti, L'ospite inquietante